Evasione e pressione fiscale, due facce della stessa medaglia. In mezzo una confusa e arbitraria gestione della contabilità

Evasione e pressione fiscale, due facce della stessa medaglia. In mezzo una confusa e arbitraria gestione della contabilità

Quando si parla di contabilità, tutti i contribuenti, pubblici e privati, persone fisiche e giuridiche, scappano senza voltarsi indietro a constatare i danni.

Sicuramente in Italia gestire la contabilità facile non è, vista la complessità dell’apparato “tassativo” nazionale.  Tuttavia da parte del cittadino contribuente troppo spesso un errore di distrazione si trasforma in un atteggiamento abitudinario e maliziosamente consapevole.

Il dramma è che questo tipo di comportamenti non virtuosi generano un inarrestabile processo autodistruttivo per l’intero Paese: infatti l’evasione fiscale produce una riduzione delle entrate per lo Stato con conseguente aumento del livello di tassazione e di pressione fiscale sui contribuenti, a discapito inoltre delle politiche economiche in favore del welfare state.

Ora, volendo credere alla teoria della svista occasionale, possiamo dire che i moderni programmi di contabilità sono in grado di limitare l’errore umano, offrendo supporto nelle varie procedure di contabilità aziendale e contabilità generale.

Ma restano comunque numerosi atteggiamenti che poco hanno a che fare con ingenui errori di contabilità: vendite senza regolare emissione di fattura, false dichiarazioni dei redditi, svolgere forme di lavoro non regolarizzate, elargire parte dello stipendio in forma non documentata, non pagare imposte o tributi.

In parole povere i programmi di contabilità possono correggere l’errore ma non potranno mai scongiurare il reato.